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Musei

 

Lungo il fiume Cixerri, nella valle che da esso prende il nome, si incontra il paese di Musei, dal curioso toponimo, sulle cui origini esistono diverse ipotesi, benché nessuna ancora confermata. In età medievale e fino al XVII secolo il paese aveva il nome di Villa di Prato. A quest'epoca, quando arrivarono qui i Gesuiti, risale il cambio del nome, che alcuni ritengono essere la lettura del nome Iesum al contrario. Ma secondo un'altra ipotesi esso sarebbe la corruzione della parola "Moisè", nome di un insediamento di ebrei qui impiantato oppure del termine semitico "mosià", col significato di mansione.

 

La presenza di nuraghi e le tracce di vestigia puniche e romane attestano la frequentazione di quest'area sin da epoche antichissime, a testimonianza della fertilità dei terreni irrigati dalle acque del Cixerri e dei suoi affluenti. In età giudicale Villa di Prato fece parte del Giudicato di Calari, nella curatoria del Sigerro, per passare dopo il 1257 nelle mani della famiglia pisana dei Della Gherardesca. L'odierno abitato nacque in seguito alla donazione di questo territorio da parte della famiglia dei Rossellon, i feudatari che in quell'epoca ne erano proprietari, alla Compagnia di Gesù, che fece costruire qui la chiesa ed il convento, intorno ai quali si raggrupparono le nuove abitazioni. Queste assunsero talvolta forme interessanti, con alcuni modesti palazzotti, che si distinguono dalle basse abitazioni campidanesi tipiche della zona, probabilmente a causa della presenza dei Gesuiti che introdussero un tipo di edilizia differente da quella comunemente adottata. 

 

Interessanti le forme tardo-barocche della chiesa costruita ad opera dei Gesuiti nel XVII secolo, che la dotarono di alcune pregevoli opere, tra cui una croce astile, laminata in argento. All'epoca in cui il paese venne rifondato erano infatti presenti alcuni forni per la lavorazione dell'argento, che producevano opere per il mercato locale. Il patrono è naturalmente S. Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù, in onore del quale si celebra il 31 luglio la festa: in questa occasione giungono a Musei numerosi fedeli e semplici visitatori dai paesi vicini.

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